È un giochetto che risale ad almeno a 10 anni fa, quando all’aeroporto Sant’Anna approdò la Compagnia Air Bee, con una durata record: cinque mesi, da aprile a settembre 2008, che in un’ottica di continuità del servizio pubblico è un po’ come dire da “Natale a Santo Stefano”. La selezione ricade quasi sempre su Compagnie che hanno una politica di prezzi non consona alle esigenze economiche del territorio, con la naturale conseguenza che il traffico dei passeggeri è estremamente contenuto. Pochi passeggeri significa poco business: per le Compagnie diviene antieconomico restare a Crotone e così abbandonano lo scalo pitagorico dopo pochi mesi. La chiusura del S.Anna diviene l’ovvio epilogo di questo iter fallimentare.
È un circolo vizioso che si alimenta da sempre, e ha visto il dietro front di molte Compagnie: Alitalia, Eagles Airlines, Airbee (poi addirittura fallita) e AirOne che annunciò i voli il 19 marzo del 2008, per poi ritirarsi nove giorni dopo. Una ritirata che ha interessato tutte le Compagnie, tutte tranne una: Ryanair. La Compagnia Low Cost per eccellenza, la cui politica di prezzi è allineata alle difficoltà economiche del territorio. I voli a € 9,90, i 250.000 passeggeri nel 2015 e la permanenza sullo scalo pitagorico del vettore irlandese per oltre 20 mesi testimoniano che Ryanair era la giusta soluzione per Crotone. Una soluzione che è stata stroncata dalla scellerata gestione dello scalo pitagorico, che ha portato al fallimento della Sant’Anna S.p.A, società che gestiva l’aeroporto. Un aeroporto che, a differenza di quanto scritto da qualche giornalista, non ha ricevuto il colpo di grazia da Ryanair, ma dai soci pubblici della stessa Sant’Anna S.p.A.
Sono numerosi gli aeroporti italiani che invece hanno compreso la rilevanza del vettore irlandese.
Esemplare è il caso dell’aeroporto Marconi di Bologna che, per assicurarsi l’esclusività regionale di Ryanair, ha sottratto la Compagnia aerea all’aeroporto di Forlì.
Una frivola competizione fra due aeroporti della stessa regione che, a questo punto, ci ricorda tanto i rapporti fra l’aeroporto di Lamezia e quello di Crotone.
Andrea Arcuri